Criptorchidismo

Criptorchidismo

Con il termine criptorchidismo o testicolo non disceso, si intende una condizione in cui il testicolo non è permanentemente e spontaneamente presente nello scroto.

Durante la vita fetale il testicolo è posizionato all’interno dell’addome e solo al termine della gravidanza discende, lungo il tragitto dei canali inguinali, nella borsa scrotale, dove è facilmente palpabile. L’alterata discesa del testicolo costituisce una anomalia frequente, la cui causa non è ancora precisamente nota, essendovi ipotesi di natura genetica e familiare, di natura anatomica intrinseca del testicolo e di natura ormonale.

Il testicolo ritenuto, è nella maggior parte dei casi monolaterale, più raramente bilaterale. Può essere ritenuto molto in alto, a livello addominale, o in punti diversi del tragitto naturale, quale l’anello inguinale interno od esterno. La discesa spontanea nello scroto può avvenire anche dopo la nascita, nelle prime settimane o nei primi mesi di vita, comunque entro il 6°-8° mese di un neonato a termine.  Dopo tale periodo non ha senso pensare che il testicolo scenderà spontaneamente nello scroto. Il testicolo ritenuto determina un segno bene evidente: “lo scroto vuoto”, che appare chiaramente disabitato alla ispezione e alla stessa palpazione.

Dal punto di vista clinico si riconoscono diverse condizioni.

Il testicolo retrattile o testicolo mobile può trovarsi spontaneamente e con intermittenza sia nella borsa scrotale che nel tragitto inguinale, spesso all’anello inguinale esterno. Si tratta di una situazione di particolare mobilità del testicolo, che risulta comunque bene apprezzabile quando lo si riesce ad afferrare e a ricondurre nella sua sede naturale. Non comporta alcuna patologia, né necessita di terapia ed il quadro è destinato a normalizzarsi completamente in età puberale. Va controllato dallo specialista 1 volta all’anno fino alla pubertà.

Il testicolo ectopico è invece quello che, pur essendo disceso nel canale inguinale dalla sua sede addominale, è stato deviato in una posizione differente , come quella perineale o femorale, ad esempio. Questa situazione clinica è piuttosto rara e necessita in prima istanza di intervento chirurgico.

L’anorchia definisce l’assenza del testicolo, bilateralmente o monolateralmente (monorchia).
Il tessuto testicolare, presumibilmente presente nelle prime settimane di gravidanza, si è riassorbito prima della nascita del bambino. È stato valutato che nel 3% dei soggetti , in cui uno o entrambi i testicoli non sono palpabili, si tratti di una mancanza congenita.

I testicoli ritenuti si presentano generalmente come una anomalia isolata: in alcuni casi possono però associarsi ad alterazioni delle vie urinarie o renali oppure ad alterazioni più diffuse tipiche di alcune sindromi particolari, malformative o endocrinologiche.

La diagnosi clinica comporta appunto un esame clinico generale, volto ad escludere la presenza di altri segni correlati, ed un esame obiettivo genitale che verifichi oltre alla presenza e alla sede del testicolo, anche la sua consistenza, morfologia e volume. L’ecografia inguino scrotale permette di evidenziare il testicolo che non è possibile apprezzare manualmente, e a valutarne la struttura.
Solo in casi particolari, quando proprio non è possibile evidenziare il testicolo con tale indagini, si può rendere necessaria la diagnosi in laparoscopia.

Il tessuto del testicolo ritenuto è sottoposto ad una temperatura più alta rispetto a quella che avrebbe nella sua sede naturale scrotale e può andare incontro ad alterazioni bene evidenti dopo i 10 anni di età, ma inizialmente presenti anche in età più precoci. È stata infatti dimostrata una aumentata incidenza di infertilità e di rischio neoplastico in età adulta. È per tale motivo che occorre intervenire tra i 6 ed i 24 mesi di vita del bambino.

La terapia del testicolo ritenuto è chirurgica.

In rari e selezionati casi può essere indicata la terapia farmacologica ormonale.

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